domenica 23 ottobre 2011

Marco fai buon viaggio!


Nel modo più banale possibile, se n'è andato oggi, al secondo giro del gran premio di Sepang, il pilota meno banale (con Rossi), della MotoGp. L'incidente che ci ha portato via Marco Simoncelli, in avvio di una gara che aveva detto di voler vincere, è di quelli che non si possono prevedere e che non si possono evitare. Rivedendolo, sembra più un incidente stradale, di quelli che possono capitare al motociclista di tutti i giorni. 

Su quello che è successo a Sic (il suo soprannome per tutto il mondo della moto) ci saranno sicuramente discussioni e polemiche, come sempre accade quando muore un pilota: ma in questo caso, davvero più che mai, la fatalità è l'unica responsabile della tragedia: la scivolata del Sic sembra innocua, quasi sia già al rallentatore prima dei replay, qualcosa che in carriera gli sarà capitata centinaia di volte. Probabilmente le gomme erano ancora fredde (la gara era appena iniziata) in una Malesia stranamente fresca, in questi giorni, contrariamente al caldo afoso classico di questo Gp.

Se Marco avesse lasciato subito la moto, probabilmente non sarebbe stato travolto dall'incolpevole Colin Edwards, che, oramai pare quasi certo, con la sua gomma anteriore, passandogli sul collo, gli ha provocato il distacco del casco e anche, a quanto pare, un trauma fatale alla spina dorsale. Probabilmente, però, al contrario di tanti altri incidenti nel mondo dei motori, questo non lo si poteva davvero evitare. E come sempre succede quando accadono drammi del genere, si pensa al destino, agli allacci curiosi e crudeli con il recente passato.

Proprio a Sepang, nel 2008, Sic aveva vinto il suo primo e unico mondiale, quello in 250, che gli avrebbe permesso di fare il salto nella classe regina, con la possibilità, assieme a De Angelis, di giocarsi di lì a poco la pesante eredità di Valentino Rossi. E proprio uno dei due piloti coinvolti nell'incidente di questa mattina è Rossi (uscito illeso, tanto da aver continuato per quasi un giro la corsa) dal quale Sic era stato quasi sgridato, poco tempo fa, dopo qualche sportellata di troppo in pista,. Tra i due, poi, era tornato quasi subito il sereno, con un paio di battute a distanza che avevano sciolto la tensione. 

Proprio qualche giorno fa, Marco aveva ottenuto dalla Honda la moto ufficiale per il 2012,un riconoscimento per il suo crescendo, dopo il secondo posto in Australia della settimana scorsa. Sic si era insomma conquistato la fiducia dei giapponesi: magari, già dal prossimo anno, avrebbe potuto vincerlo lui, il mondiale.

Per Marco, una grande chance, orchestrata dal suo manager-amico Carlo Pernat (per Sic un vero punto di riferimento) che gli avrebbe permesso di capire e far capire se realmente fosse lui, dopo Rossi, il futuro italiano della Moto Gp. Rispetto a Valentino, aveva vinto meno, molto meno, nelle classe inferiori, ma come Valentino, oltre ad essere uno con la stoffa della superstar, aveva quella simpatia innata, quel modo di fare che ti faceva subito venir voglia di scherzare e parlare con lui come se lo conoscessi da anni. Ed in questi mesi, che per Rossi sono stati tra i più bui e difficili della carriera (anche a livello mediatico) veniva quasi da ringraziarlo, Sic, per quello che poteva dare e dire a tutti quelli che avevano bisogno di spunti per tenere vivo il motomondiale.

Coriano, dove è nato Sic, dista da Tavullia, casa di Vale, sette chilometri, forse nemmeno, e anche se una si trova in Romagna e l'altra nelle Marche, possiamo dire che la terra sia la stessa, quella dei grandi appassionati di moto, quella che ha dato e continuerà a regalarci eccellenti piloti, per riempire di passione le nostre domeniche casalinghe. La cadenza della parlata dei due è poco diversa. E così, riascoltando le battute di Rossi e quelle di Simoncelli, viene ancora di più alla mente quello che poteva essere e non sarà mai, un duello all'ultima curva, all'ultimo punto, per sancire il passaggio di consegne.

Tra l'altro, oltre alla simpatia, alla classe, alla stravaganza, in moto, entrambi, avevano il problema dell'altezza, che non ti facilita certo, per una questione di baricentro. Rossi,a dire il vero meno pesante di Simoncelli, era riuscito, sin da subito, dipingendo le curve con uno stile da maestro, a risolvere il tutto; Simoncelli, invece, stava ancora lavorando sul problema. Le tante cadute dell'ultimo biennio lo dimostrano, così come i due podi arrivati in queste settimane, ci fanno capire che Sic stava arrivando alla soluzione di uno degli ultimi ostacoli che lo dividevano ancora dal gradino più alto del podio in MotoGp. Che adesso, per certi versi, almeno per noi rimarrà vuoto per sempre.

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