mercoledì 23 novembre 2011

I Promessi Sposi: elegantemente...cultura!

I Promessi Sposi: elegantemente...cultura!




I Promessi Sposi: elegantemente...cultura!
E’ stato presentato come uno dei migliori musical italiani, richiesto persino a Broadway, “non ha nulla da invidiare alle produzioni americane”.
I Promessi Sposi (sottotitolato “Opera moderna dal romanzo di Alessandro Manzoni”) regia, testi e adattamento testi di Michele Guardì è davvero un kolossal del genere musicale.
Le scenografie di Luciano Riccieri, i costumi di Alessandro Lai, le musiche di Pippo Flora, la consulenza agli arrangiamenti di Sergio Cammariere e l’orchestrazione e direzione di Renato Serio, senza ombra di dubbio fanno di questo spettacolo il frutto ben riuscito di un lavoro lungo e accurato e ogni settore merita di essere menzionato.

Continui cambi scenografici, pannelli imponenti come nel teatro d’Opera, dinamici come nei musical del West End londinese o di Broadway più moderni affinato, si integrano con le videoproiezioni in un connubio classico/moderno raffinato e accattivante mai stucchevole né eccessivo.
Costumi dettagliati. Lo studio dei colori e dei modelli denotano una profonda ricerca storica, così come i gioielli scelti e realizzati da uno dei più grandi maestri orafi delle dive cinematografiche (Gerardo Sacco) e luci attente (firmate Marco Macrini) diventano sulla scena un quadro ben bilanciato e dinamico. E ancora gli oggetti scenici, tavoli, prigioni, festoni, non c’è niente che non si muova o che non prenda vita nelle mani dei danzatori.
Quasi tre ore di musica e colori, di ritmi incalzanti intervallati da quelli più romantici, belle coreografie contemporanee e originali (forse a tratti troppo difficili per il livello del corpo di ballo) realizzate da Martino Muller. Insiemi convincenti, rappresentano un popolo partecipe e coinvolto direttamente nella storia. Festoso, arrabbiato, combattivo e triste a seconda degli eventi storici.
La Regia di Michele Guardì è attenta, presente. L’occhio di un “padre” accorto, che cresce un figlio con dedizione – e non potrebbe essere altrimenti per uno show che ha avuto 12 anni di “gestazione” - . Così come efficacemente sono stati maneggiati i testi originali di Alessandro Manzoni. Materiale scottante, che Guardì riesce a semplificare e mettere in musica senza perdere nessuno dei passagi salienti né della poesia che l’originale conserva in sé.
L’Addio monti, la presentazione della Monaca di Monza, la morte di Cecilia, la conversione dell’Innominato e molti altri sono i momenti di grande pathos, che culminano nell finale in cui una pioggia catartica spazza via la peste e la malvagità dei cattivi. La Peste porta a compimento quella giustizia che Renzo vorrebbe farsi da sé. E la mano di Dio guida il resto nella giusta direzione “Dio non toglie mai una gioia ai suoi figli se non per darne loro una più grande” (A. Manzoni).
Probabilmente troppo frettolosa solo la conversione di Don Rodrigo, che in maniera tempestiva e quasi immediata, si redime ai primi accenni di una Lucia disperata. Per il resto tutto è ben definito, ogni personaggio, carattere, emerge con chiarezza che renderebbe questo spettacolo un’ottima lezione propedeutica alla lettura dell’opera originale di Manzoni anche per i più giovani.
Le voci sono tutte eccellenti, nessuna esclusa. Lucia (Noemi Smorra), un usignolo sebbene non troppo espressiva, Renzo (Graziano Galatone) voce determinata, La Monaca di Monza (Rosalia Misseri), carnale ed emozionante, l’Innominato (il bravissimo Vittorio Matteucci sempre presente nelle grandi produzioni – lo ricordiamo in “Notre Dame de Paris”) e Don Rorigo, l’ormai affermatissimo Giò Di Tonno, entrambi interpreti sapienti e commoventi e non ultima, Chiara Luppi, una Perpetua che però emerge nell’altro ruolo, quello della Madre di Cecilia, commovente nel suo assolo con la bimba morta di peste tra le braccia.
Ancora in scena al Gran Teatro di Roma fino al 27 novembre e poi in tournée in tutta Italia, ci auguriamo che questo splendido prodotto possa approdare davvero a Broadway aggiustando solo di poco il tiro.
 

Tania Mastrangioli


http://www.teatro.org/

sabato 19 novembre 2011

Tootsie


Nicolas consiglia:
Tootsie: La vita dell'attore non è semplice, specie quando questo ha un carattere
scorbutico e prepotente. È questo succede in particolare a Michael Dorsey, attore
dalle grandissime capacità ma sempre in contrasto con registi e produttori.
Costretto a lavorare come cameriere per vivere, aiuta amici attori a prepararsi per le
audizioni, ma quando si ritrova ad accompagnare l'amica Sandy al provino per una
serie televisiva decide di provare anche lui. Si presenta così travestito da donna con il
nome di Dorothy... ottenendo la parte!
Il film è datato 1982, diretto da Sydney Pollack con un cast stellare composto da
Dustin Hoffman, Jessica Lange, Bill Mrray e lo stesso Pollack.
Un film divertentissimo, veloce, ricco di sorprese e vitalità, un misto di amore e
finzione.
Un premio oscar e tre Golden Globe.