Il nuovo romanzo di Marco Raiti, “Il manoscritto” l'ho
trovato eccezionale e sorprendente. La protagonista è una giovane giornalista
Francesca Fioravanti e rende la trama interessante. ti spinge ad andare avanti, a
continuare fino a quando non ci si trova ormai coinvolti dalla storia. Il
romanzo racchiude un mistero che riconduce al castello di Fosdinovo, presentato
e descritto con tutte la sua storia e le sue leggende, e sono proprio le
descrizioni a rendere magnifico il lavoro. Raiti sa dosare sapientemente
sorpresa e suspense, quando pensi di aver capito cosa sta accadendo, sa
“rigirare la frittata” e sorprenderti. Nonostante il thriller abbia molte cose
in comune con altri libri di genere, Raiti sa regalare alla sua lettura quel
qualcosa in più che stupisce. Il thriller è ben scritto e i personaggi sono
molto curati, sia dal punto di vista psicologico che del loro background.
Formidabili i dialoghi interni, il dolore e il flusso di
pensiero, sono perfetti. Tanto da dare i
brividi. E anche il continuo riferimento alla linea sottile che separa il bene
dal male fa riflettere molto. Raiti torna spesso e volentieri sul tema. Senza
mai annoiare.
Il finale poi, un susseguirsi di colpi di scena mai banali
che si protraggono per decine di pagine. Davvero difficile riuscire a
sorprendere con tanta continuità, ma lui ci riesce. E questo vuol dire che,
all’interno del romanzo, è riuscito a disseminare molto bene una serie di
indizi nascosti che aspettavano solo il finale per riaffiorare. Consigliato.
M.G.